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Ponte Napoleone Bonaparte

Il ponte di Lodi (detto anche ponte sull'Adda) è un ponte ad archi ribassati che attraversa il fiume Adda, a Lodi. Collega i quartieri di Borgo Adda, sulla riva destra, e Revellino Campo di Marte, a sinistra.
La sua struttura, costituita da otto archi in muratura a sostegno del piano stradale, fu realizzata nel 1864; doveva rimpiazzare l'antico ponte di legno, distrutto nel 1859.
Il 10 maggio 1796 Napoleone vi combatté contro l'esercito austriaco, in quella che rimase nella storia come la battaglia del ponte di Lodi. All'epoca il ponte di legno era lungo circa 200 metri e largo 8. Era formato da 57 campate, 31 delle quali poggiavano nel corso principale del fiume e altre 5 in un ramo secondario, le rimanenti poggiavano su terra.
Nel 1859 durante la seconda guerra di indipendenza, gli austriaci bruciarono il ponte che fu ricostruito in cotto, su progetto dell'architetto Gualini di Milano, nel 1864, 15 metri più a monte rispetto al precedente. Il nuovo ponte, dal 1880 al 1931, fu percorso dalle tranvie interurbane per Bergamo e Soncino.
Nel 2000 furono realizzate due passerelle ciclopedonali.
Alluvioni dell'Adda
Gli straripamenti sono stati frequenti: fino a vent'anni fa, anche un non eccessivo aumento del livello del fiume bastava ad allagare le case del vicino Borgo.
I documenti storici ricordano piene a partire dal Medioevo; in questo secolo sono da segnalare quelle del '28, del '51, del '63, del '76, del '79, del 2000, fino a quella rovinosa del 2002.
Negli anni '80 le sponde dell'Adda in prossimità di Lodi vennero rinforzate con grandi massi calcarei per impedire che la corrente causasse danni erodendo le sponde.
Oggi le sponde sono nuovamente soggette ad erosione, alcuni argini sono crollati, ad esempio nei pressi di Boffalora d'Adda, alla colonia Caccialanza, gli argini sono stati rifatti proprio nel 2007 e i lavori continuano tutt’oggi.
Il 26 novembre 2002 una delle più disastrose alluvioni ha allagato centinaia di caseggiati. Le autorità stanno ancora studiando come impedire in futuro eventi così catastrofici per la popolazione.
"Durante le piene - dice Cassinelli nel libro L'Adda, il Borgo e le sue piene - l'abbiamo vista girovagare nelle case, nelle vie, nei boschi, quasi a ribellarsi degli argini che l'uomo le ha costruito; ogni volta che ha voluto è riuscita a sfondarli come se sentisse la nostalgia di quei tempi, quando girovagava da tutte le parti, lasciando dei laghi, ogni volta, in ogni posto; ispirando così il nome del famoso lago".
(fonte - Le foto sono del fotografo lodigiano Franco Razzini)